Lasciamo l'auto in cima all'abitato di Piano d'Arta (550 mt) nel comune di Arta Terme (UD), dove, nei pressi delle ultime case, si stacca una via sterrata che costeggia i prati un tempo adibiti a pascoli. Posteggiamo e ci incamminiamo lungo lo sterrato che porta il segnavia 408 fino a raggiungere il fosso (ora asciutto) del Rio Randice.
Attraversandolo, se ci voltiamo verso destra, abbiamo una scorcio di visuale sulla parete sud del M.te Cucco (1804 mt) stretta tra i versanti della Valle del Lander dai cui pendii sorge il Randice. Oltrepassato il letto del Rio, iniziamo una ripida salita di circa 200 metri, che taglia le curve di livello del pendio ricoperto di abeti fino al crocevia (750 mt) dove al ritorno scenderemo sulla sinistra, ma che per ora seguiremo a destra. L'ascesa lungo il ripido versante si fa più leggera grazie ai numerosi stretti tornanti che zigzagano nel fitto bosco. Lungo la salita troveremo numerose opere dell'uomo come gradini, muretti a secco e staccionate di protezione nei tratti più pericolosi, segno evidente dell'utilizzo di queste vie montate già dai tempi antichi.
Giunti attorno a quota 1000 mt, dopo quasi 1 ora e mezza di cammino, in coincidenza con la presenza di piccole case più o meno ristrutturate, il fitto bosco di abeti lascia il posto ad arre di un misto di faggi secolari e ciliegi in fiore. Proseguiamo per un altro chilometro di sentiero ora largo e più pianeggiante fino ad un altro incrocio dove volteremo a destra in direzione del Bivacco Lander; proseguendo dritto invece, il sentiero gira attorno al Lander e porta a C.ra M.Cucco (1445 mt) per diventare poi il 408a per la scalata al M.te Cucco.

Da qui, siamo a quota 1300 mt, godiamo di una splendida visione su tutta la frastagliata cresta del Lander e le sue pareti verticali, con le cime del M.te di Rivo (1575 mt) e del M.te Cucco che a tratti fanno capolino tra le nuvole. Più a destra possiamo ammirare tutta la vallata del Canale di San Pietro, con i paesi di Arta Terme e di Zuglio, attraversati dal largo bacino del Torrente But. Quando il sole riesce a sbucare tra le nubi, mette in evidenza i colori dei diversi tipi di roccia che compongono la parete, in particolare delle enormi chiazze di un giallo quasi dorato che fanno ricordare le dolomiti.
Ritorniamo sui nostri passi ed iniziamo i quaisi 3 km di discesa che ci riporteranno ai 750 mt del primo incrocio. Manteniamo la destra e proseguiamo dritti per 10 minuti fino a raggiungere lo sterrato con segnavia 409 che costeggia il letto del Rencine. Continuiamo a scendere per 300 metri fino alla sbarra di Maìna Madonute e pochi metri dopo, in prossimità di un'abitazione, svoltiamo secchi a sinistra per guadare di nuovo l'asciutto bacino. Guardando alla nostra sinistra, è possibile vedere la cima del M.te Cucco che oggi è rimasto praticamente sempre avvolto dalle nuvole. Da qui, proseguendo per altri 10 minuti lungo una strada sterrata, giungiamo nuovamente a Piano d'Arta e quindi alla macchina.
Abbiamo percorso circa 9 km, con un dislivello di quasi 700 metri, camminando circa 4 ore lungo un itinerario molto suggestivo e tutto sommato adatto a tutti. Impegnativi sono solo i tratti iniziali e finale dove la pendenza è notevole.
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