
di bosco di faggio attraverso cui possiamo notare ancora i segni lasciati dai numerosi eventi franosi che hanno interessato queste cime. Ad un tratto sulla destra troviamo una piccola fonte che ci preannuncia la vicinanza alla prima meta; dopo poche curve ancora in alita infatti, il bosco si apre lasciando il posto ad un letto di mirtilli e fiori.
Svoltiamo a destra e siamo sulla cima del M.te Falco, che con i suoi 1657 mt è la più alta del casentino, dove il Parco ha istituito una zona di riserva integrale a tutela del delicato ecosistema, sede di quasi 1/3 della flora rara della zona, alcune specie resistite e risalenti alle ere glaciali. Quindi senza lasciare il sentiero battuto proseguiamo per altri 100 metri fino ad una terrazza naturale, protetta sullo strabiombo con una staccionata. Sotto di noi Castagno d'Andrea (735 mt), che nel 1300 fu travolto da una enorme frana raccontata anche nelle Novelle della Nonna di Emma Parodi; il panorama spazia poi tra il bacino del torrente San Godenzo, le vallate del Montone, del Rabbi e del Bidente, e le pareti a strapiombo delle Balze delle Rondinaie. Proseguiamo sullo 00 che inizia in leggera discesa per quasi

messa a rischio dalla scarsità d'acqua. L'area della Gorga Nera è uno degli ultimi due luoghi, non comunicanti tra loro, rimasti; l'altra area è compresa fra La Lama, Sassofratino e Camaldoli.
Ancora pochi metri e giungiamo all'area attrezzata del Borbotto (1210 mt) munita, oltre che di numerosi tavoli sparsi qua e là nella faggeta intorno alla fresca sorgente, anche di un rifugio in legno. E' il posto ideale per fermarsi a mangiare e riposare un po'. Per il ritorno percorriamo la strada forestale coincidente con il segnavia 8 SOFT1, che sale abbastanza regolare per circa 4 km fino a Pian delle Fontanelle. Dopo 10 minuti che abbiamo iniziato la salita, un'altra terrazza naturale si affaccia sulle Balze delle Rondinaie, e con la sua panchina sul ciglio ci invita a soffermarci un attimo e goderci il paesaggio. Proseguendo la salita passiamo, senza vederla ma percependone lo scroscio, sopra alla Cascata del Piscino, raggiungibile grazie al nuovo sentiero E. Boni,
segnavia 11, presente sulla Carta Escursionistica del parco 5°edizione che parte 1 km sotto al Borbotto. Ancora qualche centinaio di metri e sulla sinistra troviamo 2 enormi pietre tonde residui probabilmente di un antico mulino per la macina delle castagne.
segnavia 11, presente sulla Carta Escursionistica del parco 5°edizione che parte 1 km sotto al Borbotto. Ancora qualche centinaio di metri e sulla sinistra troviamo 2 enormi pietre tonde residui probabilmente di un antico mulino per la macina delle castagne.
Basta non lasciare mai la strada e in 2 ore di salita raggiungiamo di nuovo la macchina.
Il percorso misura 11 km e 550 mt di dislivello che abbiamo percorso in ca 5 ore di cammino senza troppe difficoltà, basta fare attenzione ai tratti della ripida discesa dal Falterona. La salita presenta solo alcuni tratti con pendenze più accentuate ma affrontabili senza particolari difficoltà.
Nessun commento:
Posta un commento