L'itinerario dell'evento I colori del Parco inizia dal sacro Eremo di Camaldoli (1103 mt), dove lasciamo l'auto per incamminarci lungo la strada che sale verso Prato alla Penna e P.so Fangacci; dopo pochi metri
sulla sinistra imbocchiamo il segnavia 74 che esce momentaneamente dall'asfaltata per reimmettercisi poco più avanti. Percorriamo la strada per un centinaio di metri quando il sentiero si stacca più deciso, sempre sulla sinistra, e più ripido immersi nell'antica abetaia mista a faggi che per secoli è stata conservata e protetta
dai monaci dell'Eremo. La salita continua ripida per circa mezz'ora, in una fitta foresta di abeti resa incantata dalla nebbia mattutina, circondati da muschi e funghi di ogni genere che pian piano che saliamo lasciano il posto ad un bosco di faggi che ci anticipano la fine della fatica. Giungiamo infatti all'importante crocevia di Prato alla Penna (1248 mt), sulla cresta di confine tra Toscana ed Emilia-Romagna, dove incontriamo la strada che avevamo abbandonato e che da qui diventa pianeggiante e sterrata; la percorriamo per circa 3 km tra fossi scroscianti e coloratissimi faggi attraverso i quali riusciamo a scorgere il frastagliato versante Romagnolo del Parco. Dopo poche curve, grazie ad una finestra tra gli alberi, possiamo ammirare una prima piccola panoramica sulla Diga di Ridracoli, godendo così di un primo
assaggio di ciò che potremo ammirare una volta giunti alla meta. Riprendiamo il cammino ed in 30 minuti raggiungiamo un'altro importante crocevia, quello di P.so Fangacci (1235 mt), con il suo Rifugio Forestale e l'ampio piazzale da cui è facile capire la derivazione del suo nome; vicino al Rifugio, nascosta sotto la strada e riparata da un piccolo muretto, c'è una fonte dove fare rifornimento di acqua fresca prima di intraprendere l'ultima salita che ci porterà fino a quota 1330 mt. Prima però dobbiamo scendere per un centinaio di metri lungo la sterrata, ora coincidente con il segnavia 00, fino ad incontrare sulla sinistra un piccolo spiazzo attrezzato con tavolo da pic-nic denominato Aia di Guerrino; qui lo 00 si stacca dalla strada e comincia la salita sulla cresta verso P.gio allo Spillo.
Dopo pochi metri teniamo ancora la sinistra e lasciamo lo 00 per immetterci, all'incrocio ben segnalato, sul segnavia 225, che in un alternarsi di tratti pianeggianti e brevi strappi, costeggiando la Riserva Biogenetica di Badia Prataglia, ci porterà fino all'ultima deviazione (ora segnalata da un nuovissimo cartello) che a destra sale molto ripida sulla cima del M.te Penna. Giunti sulla vetta l'autunno si fa sentire e vedere nel pieno delle sue potenzialità; diventa fondamentale la giacca a vento ritrovandoci
esposti ai forti venti di crinale che spazzano via le nuvole che nascondono il panorama. Ben coperti ci sediamo sulla cresta e attendiamo fiduciosi una decina di minuti finché non veniamo ripagati dalla stupenda visione che ci appare tra le nubi sempre più rade.
Diventano così pian piano più visibili la Diga di Ridracoli ed il frastagliato paesaggio Romagnolo, costellato dai numerosi affioramenti marnosi tipici della zona, coperti di boschi misti multicolore, che disegnano e racchiudono centinaia di piccole valli ed insenature. Con gli occhi ed il cuore carichi di emozioni, torniamo sui nostri passi fino alla strada sterrata e continuiamo fino a Prato alla Penna; qui facciamo una piccola deviazione sul percorso dell'evento, che prevedeva di prendere il sentiero dell'andata, e decidiamo di imboccare il sentiero della Giogana in direzione La Calla. La decisione nasce dalla visione di una magica faggeta immersa nelle nuvole, e percorriamo così poco meno di un chilometro del sentiero 00 all'interno di un paesaggio fiabesco e surreale fino a raggiungere l'incrocio del Gioghetto dove imbocchiamo il segnavia 70
che scende ripido sulla sinistra. Dopo un centinaio di metri il bosco di faggi lascia nuovamente il posto ai fitti abeti che circondano l'Eremo e che ci accompagneranno per gli ultimi 10 minuti di percorso fino alla macchina, lasciandoci però ancora spazio per un ultimo scorcio di colori autunnali appena sopra il Sacro luogo.
Il percorso non presente particolari difficoltà se non quello del terreno reso viscido dalla stagione e sul quale le bacchette da passeggio svolgono a pieno il loro compito aiutando ad evitare spiacevoli cadute. Con la deviazione dell'ultimo minuto abbiamo percorso circa 10 km (uno in più dell'itinerario originale) con 300 mt di dislivello in quasi 4 ore di cammino.
Buona camminata
La traccia è quella del percorso originale e non tiene conto della deviazione effettuata all'ultimo momento
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