La tappa di ieri è stata impegnativa per tutti ed ha messo a dura prova quelli di noi meno allenati; decidiamo quindi di fare una deviazione alleggerendo il percorso di oggi, più come dislivello che come distanza. A rinforzo della nostra decisione, una pioggia fina e costante ci da il buongiorno appena usciamo dal rifugio, smontando qualsiasi residua voglia di salire al M.te Falco, per noi del posto ormai ben conosciuto.
L'itinerario reale di questo trek, prevedeva di abbandonare la strada sterrata circa 300 mt dopo il rifugio, quando il sentiero 00 si stacca sulla destra attraverso il cuore di Pian delle Fontanelle dove, giunti al piccolo parcheggio al termine dell'asfalto, prosegue l'ascesa
al M.te Falco lungo la Pista del Lupo. Arrivati a quota 1650 circa, si scende sulla sinistra per 3 km e 1/2 più o meno costanti fino al Passo della Calla (1295 mt) attraverso Poggio Sodo dei Conti, Poggio Lastraiolo ed i prati della Burraia.

Noi invece saltiamo l'incrocio e proseguiamo per poco più di un kilometro di strada sterrata, che taglia il ripido versante est delle fontanelle, fino alla sbarra all'imbocco con la strada asfaltata che viene dal Passo. La seguiamo a sinistra e dopo 20 minuti ci fermiamo a fare colazione al bar del Rif.o la Capanna, luogo di partenza della sciovia per le frequentatissime piste invernali. Ripartiamo sempre lungo la strada immersa nella faggeta, senza abbandonarla mai fino al Passo della Calla 4 km più avanti. Giunti al passo, dando fiducia alla carta, facciamo un'altra deviazione alla ricerca di un bivacco per la notte;scendiamo quindi lungo il segnavia 82 verso il Passo di Giogarello, dove viene segnato un bivacco che ad oggi altro non è che un barcollante raggruppamento di assi di legno circondate dall'erba alta, tenute in piedi da una arrugginita stufa che ormai funge da colonna portante. Decidiamo di scendere ancora per 1 km,

giù per la scarpata de I Massoni, e di raggiungere il bivacco di Poggio Morgante; giù per la ritta, lo intravediamo tra gli alberi come un miraggio, strutturalmente perfetto, in pietra e con il tetto a tegole. Arriviamo all'ingresso e la porta non c'è più, all'interno non c'è niente se non l'evidente opera dei soliti vandali. Percorriamo quindi la salita verso il Passo che, con i suoi 3 km e più di 300 mt di dislivello quasi tutti nel primo di questi, manda in frantumi l'idea della giornata corta; stamani abbiamo già percorso 11 km contro i 6/7 previsti dal programma. Decidiamo di fermarci a pranzare in una delle aree attrezzate nei pressi del Passo, ci riposiamo un po' e dopo aver fatto rifornimento d'acqua rientriamo sul sentiero 00 della Giogana, che percorre tutto il crinale tra il Casentino e la Romagna, unico sentiero ad attraversare, anche se solo in parte, la Riserva Integrale di Sasso Fratino.

Lo seguiamo per circa 1 km e ad un certo punto lasciamo il segnavia e scendiamo un po' nel bosco sottocosta del versante Romagnolo dove, oltre ad essere più riparati dall'incessante vento di tramontana, ci accamperemo per la notte su una piccola spianata, rimanendo sempre a distanza dai confini della Riserva Integrale.
Questa doveva essere una giornata di "riposo" di soli 6/7 km ma, a causa delle condizioni dei bivacchi, abbiamo comunque percorso quasi 13 km e superato, tra i vari sali-scendi, circa 700 mt di dislivello.
Con l'occasione ricordo che all'interno del Parco non si può campeggiare, ma in teoria si è "autorizzati" a farlo solo in prossimità dei bivacchi per i quali, essendo sempre aperti, esiste la possibilità che questi siano inagibili o già occupati da altri escursionisti.
Nessun commento:
Posta un commento